Il viaggio, tra pensieri liberi, diventa brigante

Racconto del Cammino dei Briganti tra fratelli: lungo, largo e profondo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il racconto di Giuseppe, tra i fondatori del Free Walking Tour Bari, che a inizio ottobre, insieme a suo fratello, ha percorso il Cammino dei Briganti. Una bellissima testimonianza, genuina e profonda, sul senso del viaggio e del camminare.

Abbraccio fraterno. Dopo più di 100 chilometri tra sentieri, alberi, salite, discese, vallate, muretti e sicuramente Montagne, abbiamo concluso il meraviglioso Cammino dei Briganti nella prima settimana di ottobre. Siamo due fratelli di casa in Puglia, e non ci stancheremo mai di attraversare con cuore, pancia e testa quello che ci sta attorno. Abbiamo preparato il Cammino dei Briganti in modo genuino e “allegr…allegr”, come si dice dalle nostre parti.

Da Bari a Tagliacozzo abbiamo preso solo treni. Viaggiando all'alba, lasciandoci dietro la costiera adriatica, trovandoci in mezzo alle prime querce e sopra dirupi rocciosi, davvero “Ciuff! Ciuff!”.  A Sante Marie, il bellissimo borgo dove inizia il Cammino, ci accompagna un simpatico falegname, immediatamente solidale con noi autostoppisti del primo pomeriggio. Registrazione e partenza. Dopo le prime sgambate su e giù per i boschi, ci ritroviamo a Santo Stefano. Piove, quasi un nubifragio. Maria è così gentile e premurosa che ci lascia dormire sotto la grande Quercia del suo agriturismo… nel capanno degli attrezzi a dire la verità, cuore di mamma!

Da Santo Stefano ci si arrampica fino a Valdevarri, tanti fontanili e poi giù a Poggiovalle; ci abitano tre persone qui. Tutto dritto sulla carrareccia e siamo a Nesce, una vera roccaforte. La seconda notte è in tenda. Piove a dirotto. Le gocce insistenti sul triplo strato della tenda regalano un sonno olistico.

Da Nesce a Villerose è tutta discesa. Qui incontriamo Alberto, 91anni e non sentirli. Con lui, nel piccolissimo paesino, vive un simpaticissimo collezionista di cartoni animati di tutte le generazioni. Finalmente splende il sole! Piccola deviazione verso Borgo Rose: ci servono provviste per i giorni successivi, potremmo non trovarne al meraviglioso borgo di case in sasso di Cartore.  “Ci serve cibo proteico, non troppo pesante ed a lunga conservazione” esclama mio fratello. Come dargli torto.

Dopo qualche scollinamento, appesantiti da pane, formaggi e scatolette, decidiamo di fermarci nella vivace frazione di Spedino. Qui c’ è vita! Valerione e la sua combriccola di amici del “Ristorante La Duchessa” ci deliziano con la carbonara. Montiamo la tenda sotto la tettoia del campo di bocce, accanto alla chiesa. Ci svegliamo asciutti, quasi non ci crediamo. Decidiamo di spedire tenda e sacchi a pelo dal suo ristorante; da ora in poi si dormirà su un letto vero!

Si parte, si sale, si scollina. Dopo il sentiero nel fitto bosco che separa Abruzzo e Lazio, raggiungiamo il Passo le Forche, 1230 metri sul livello del mare. Ci siamo noi e delle stupende vacche rustiche che brucano erba dal profumo di vera Montagna. Su di noi svetta maestoso il Monte Velino, quota 2487metri. Purtroppo abbiamo dovuto rinunciare all’ ascesa verso il Lago della Duchessa, troppa nebbia lassù. “La Montagna va sempre rispettata, mai sfidata”, ci consoliamo così.  Tiriamo diritto e arriviamo al paesino medioevale di Rosciolo. Veniamo accolti splendidamente da Barbara al suo B&B “La Residenza”: la doccia, la stanza calda e un piattone di pasta e fagioli ci sembrano nuove sensazioni, dopo la terra bagnata, i fontanili e pranzi all’ aria aperta.

Colazione e subito in cammino, verso la vallata dopo Magliano dei Marsi, passando per Scurcola Marsicana. Tappa lunga per nostra decisione. Dopo più di 20 chilometri arriviamo a San Donato. È una giornata calda. Giulia e Luigi ci accolgono a casa loro, ceniamo insieme e prima di partire il dono più bello: un barattolo di tartufo dalle loro terre. Si intravede il nostro sogno: le pappardelle!

Motivati e felici proseguiamo verso la nostra meta finale: Sante Marie. La raggiungiamo velocemente, giusto in tempo per annotare il nostro arrivo e ricevere gli attestati. Abbraccio fraterno! Subito dopo ci dirigiamo a Tagliacozzo con la corriera: dobbiamo prendere due treni verso Roma, là ci aspettano Alba e Vincenzo, amici di sempre.

Queste parole, forse confuse, le avevo promesse a mio fratello Roberto. Senza il suo cuore, pancia e testa, questo Cammino non sarebbe mai stato cosi Brigante.  Chi scrive è Giuseppe, da quattro anni alle prese con “Free Walking Tour Bari”, con il sogno (brigante) di incrociare lavoro, passione e accessibilità ai territori che viviamo e attraversiamo.

p.s. le foto sono state scattate con un vecchio rullino. Abbiamo deciso di non concedere nessuna deriva digitale al nostro Cammino non avendo neanche lo smartphone, solo il caro telefono a tasti per le emergenze.

 

 

 

 

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Comments

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Checo - January 13, 2019
ciao, mi piacerebbe fare questo giro. Volevo chiedere se sono effettivamente necessari 7 giorni…
Ilaria - December 17, 2018
Bella esperienza,bel racconto e bel cammino.

Complimenti!
In particolare, mi ritrovo in queste frasi:
" non ci stancheremo mai di attraversare con cuore, pancia e testa quello che ci sta attorno." …" il sogno (brigante) di incrociare lavoro, passione e accessibilità ai territori che viviamo e attraversiamo. "
Sicuramente questo diario di viaggio e’ " Una bellissima testimonianza, genuina e profonda, sul senso del viaggio e del camminare. "

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